Intervista del presidente di Confcommercio su Qn: “Una riforma che stimola la crescita”. “Sui decreti attuativi servirà il confronto con le parti sociali”.
All’indomani dell’approvazione del Senato del ddl di delega fiscale, che approda oggi alla Camera per la votazione finale, il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, dalle pagine del Quotidiano Nazionale, analizza l’impianto della delega «È una riforma che va nella giusta direzione. È una riforma complessiva del sistema fiscale che stimola la crescita attraverso la riduzione del carico impositivo, il contrasto di evasione e elusione, la semplificazione degli adempimenti e la certezza del diritto. Un impianto certamente coerente con le regole europee ed internazionali. Ma è necessario che il confronto con le parti sociali prosegua nella fase di messa a punto dei decreti d’attuazione». Entriamo nel merito: quali potranno essere i vantaggi per una piccola o media impresa? «Investimenti e innovazione sono indispensabili per migliorare la produttività del nostro Paese. Sul versante dei redditi d’impresa, bene, dunque, le misure in materia di Irpef e di Ires per favorire il reinvestimento degli utili in azienda, promuovere la capitalizzazione delle imprese e incentivare nuova occupazione ed investimenti a sostegno dell’innovazione».
Individua elementi di criticità?
«Occorre chiarire il percorso di superamento dell’Irap accompagnato dal ricorso ad una sovraimposta Ires al fine di garantire il finanziamento del servizio sanitario. Intanto, è bene che, a favore delle imprese, sia stato introdotto, però, il principio dell’invarianza del carico f iscale».
E sul versante dell’Iva non intravede rischi di aumenti?
«Sul versante Iva, ben venga la razionalizzazione del numero e della misura delle aliquote. Ma la razionalizzazione non dovrà, comunque, tradursi in un incremento complessivo della tassazione indiretta su beni e servizi».
Resta caldo anche il capitolo del carico tributario sull’energia.
«Quanto alla fiscalità green e con particolare riferimento all’accisa sui prodotti energetici e sull’energia elettrica, va ribadita l’esigenza di un approccio che tenga insieme sostenibilità ambientale, economica e sociale».
Le imprese, soprattutto le piccole, lamentano il peso anche dei tributi locali. Si arriverà a una razionalizzazione?
«È positivo che siano stati introdotti principi di delega per la revisione del sistema fiscale dei Comuni, delle Città metropolitane e delle Province. Ed è da apprezzare che, in relazione ai tributi locali, sia mantenuto il principio della progressività fiscale, sia esclusa la doppia imposizione tra Stato ed enti locali e si punti all’attuazione del federalismo fiscale».
Per i contribuenti in generale resta aperta la prospettiva della flat tax, ma il percorso appare irto di ostacoli. «Alla costruzione di un’Italia più attiva, può certamente contribuire anche una nuova razionalità del prelievo Irpef, attraverso la riduzione delle aliquote e degli scaglioni di reddito, una no tax area senza disparità tra redditi da lavoro dipendente e redditi da pensione e la transizione verso l’aliquota unica impositiva. Ma la conciliazione di imposta piatta e principio di progressività richiede la definizione di un chiaro sistema di detrazioni e di deduzioni».
Ci sono timori che le riduzioni fiscali possano essere annullate dai tagli delle detrazioni.
«Per la sostenibilità finanziaria del processo di riforma, si rafforza la necessità, oltre che di più generali processi strutturali di revisione della spesa pubblica, di un esame generale e attento delle tax expenditures. Servono attenzione agli equilibri di finanza pubblica e, insieme, apprezzamento della capacità degli incentivi di rafforzare il potenziale di crescita dell’economia».
Voi avete sempre invocato un rapporto più equilibrato con il fisco, ma c’è chi teme un allentamento della lotta all’evasione.
«Bene l’individuazione della semplificazione degli adempimenti e della promozione di compliance come assi per favorire l’adempimento spontaneo da parte dei contribuenti, anche attraverso strumenti volontari di concordato preventivo. Inoltre, le disposizioni dello Statuto dei diritti del contribuente vengono qualificate come principi generali dell’ordinamento e si sceglie di procedere al riordino complessivo della normativa nella prospettiva del Codice tributario unico. Ancora, il testo della legge delega, ora, non prevede più il progressivo superamento degli Indici sintetici di affidabilità fiscale, ma li valorizza ai fini dell’accesso al concordato preventivo».