
Secondo l’indagine Tecnè per Federalberghi, saranno 36,1 milioni gli italiani in partenza, per un giro d’affari di 41,3 miliardi di euro. A crescere è un turismo più sostenibile e personalizzato: meno agosto, più giugno e settembre, vacanze più brevi ma distribuite nell’anno.
Un’estate sotto il segno del “più”: più viaggiatori, più spesa, più consapevolezza. L’estate 2025 si annuncia come una stagione record per il turismo italiano, sia in termini economici che culturali. Secondo l’indagine Tecnè realizzata per Federalberghi, saranno ben 36,1 milioni gli italiani in partenza, generando un giro d’affari da 41,3 miliardi di euro, con una crescita dell’1,7% rispetto al 2024. Numeri che confermano la vitalità del settore, ma che al tempo stesso raccontano di una trasformazione in atto. Mai come quest’anno, infatti, si osservano segnali di cambiamento nelle abitudini di viaggio. Meno adulti in movimento, ma più bambini, a sottolineare la crescente centralità della dimensione familiare delle vacanze.
E non è tutto: l’alta stagione non si esaurisce più nel solo mese di agosto. Giugno e settembre guadagnano terreno, contribuendo a una naturale destagionalizzazione della domanda turistica. La “vacanza tipo” si accorcia, passando da 10,3 a 10 giorni di media, ma aumenta in frequenza: il turista italiano del 2025 sembra preferire pause più brevi ma più frequenti, con una logica che premia la personalizzazione del tempo libero e una maggiore attenzione al benessere individuale. Le località balneari restano la scelta prediletta, sia in Italia che all’estero (quest’ultimo raccoglie il 12% delle preferenze). Tuttavia, cresce l’interesse verso mete naturalistiche e meno affollate, segno di una maggiore sensibilità ambientale e del bisogno di tranquillità. L’Italia si conferma saldamente in testa alle preferenze degli italiani, con un imponente 88% che sceglierà destinazioni nazionali. Una vittoria non solo turistica, ma anche identitaria, che riflette il valore delle eccellenze locali.
Federalberghi: “Il turista cerca emozioni, non solo alloggi”
Secondo il presidente Bocca, “Agosto perde centralità, mentre crescono giugno e settembre“. “È un segnale molto positivo: si afferma un turismo più distribuito, sostenibile e accessibile. Un’opportunità per rafforzare occupazione e redditività durante tutto l’anno”. Non si tratta solo di numeri, ma di una trasformazione profonda. “Oggi il turista non cerca solo un alloggio – prosegue Bocca – ma un’emozione da custodire. La spesa si distribuisce lungo tutta la filiera: ristorazione, cultura, artigianato, benessere. È una vera e propria evoluzione strutturale del comparto”. Non mancano le ombre. Una parte di italiani, infatti, rinuncerà alle vacanze per motivi economici. Un dato che, secondo Bocca, “non può lasciarci indifferenti e che spinge a lavorare verso un turismo realmente inclusivo, capace di offrire occasioni di benessere per tutti”.