DOVE C’È IMPRESA FEMMINILE C’È PIÙ SVILUPPO

DOVE C’È IMPRESA FEMMINILE C’È PIÙ SVILUPPO

A Roma il Forum annuale di Terziario Donna dedicato al tema “Donne, Imprese, Futuro – Rappresentanza, Rappresentatività, Rappresentazione”. Lapini: “Generare opportunità per territori, comunità ed economia”.

3 dicembre 2025

La sede nazionale di Confcommercio ha ospitato il 3 dicembre scorso a Roma il Forum annuale organizzato dal Gruppo Nazionale Terziario Donna Confcommercio sul tema “Donne, Imprese, Futuro – Rappresentanza, Rappresentatività, Rappresentazione”. Nel corso dei lavori è stata presentata un’analisi realizzata dall’Ufficio Studi di Confcommercio sull’imprenditoria femminile nel terziario di mercato con un focus sulla componente straniera.

Dall’analisi emerge che il terziario di mercato si conferma l’ambito di elezione delle imprenditrici: il 68,5% delle imprese femminili in Italia opera in questo settore, percentuale che sale al 76% per le imprese straniere e per le imprese under 35. Quello dell’imprenditoria straniera femminile nel terziario di mercato si presenta come un elemento dinamico, in rapida e continua crescita: in questo settore dal 2016 al 2024 le imprese femminili straniere sono cresciute del 24,9%, e sono 109.144, il 30% di tutte le imprese straniere. In tutte le Regioni la presenza delle imprese femminili straniere ed i loro tassi di crescita sono più alti rispetto a quelle italiane, mentre diversa è la distribuzione fra i comparti.

IMPRESE ATTIVE 2016 2024 Δ ass. Δ % F/(M+F)
terziario di mercato 759.966 786.254 26.288 3,5 26,5
totale economia 1.158.632 1.147.857 -10.775 -0,9 22,7
IMPRESE ATTIVE
straniere
2016 2024 Δ ass. Δ % F/(M+F)
terziario di mercato 87.356 109.144 21.788 24,9 30,7
totale economia 118.893 143.988 25.095 21,1 24,2
IMPRESE ATTIVE
under 35
2016 2024 Δ ass. Δ % F/(M+F)
terziario di mercato 114.263 91.176 -23.087 -20,2 32,1
totale economia 149.944 119.172 -30.772 -20,5 27,3

IMPRESE FEMMINILI ATTIVE NEL TERZIARIO DI MERCATO PER SETTORE (Var. 2016/2024 e rapporto imprese femminili su tot imprese)

IMPRESE ATTIVE FEMMINILI NEL TERZIARIO DI MERCATO 2024 Δ % 2016-2024 % F/(M+F)
Commercio all’ingrosso 74.883 1,4 13,5
Grande distribuzione 18.782 -22,9 34,0
Piccolo commercio alimentare 22.463 -18,8 24,4
Piccolo commercio non alimentare 188.654 -15,5 33,9
Alberghi 7.073 -9,6 27,8
Altri operatori turistici 23.128 76,8 41,8
Ristoranti 51.899 6,6 26,0
Bar 42.317 -14,3 33,1
Informazione e cultura 42.992 15,0 21,0
Professioni 107.531 31,4 21,7
Altri servizi alle persone 114.645 16,3 60,7
Terziario di mercato 786.254 3,5 26,5
Totale economia 1.147.857 -0,9 22,7

Lapini: “Abbracciare nuove dimensioni dello spazio di rappresentanza”

Ad introdurre i lavori della giornata è stata la presidente di Terziario Donna Confcommercio Anna Lapini. Abbiamo scelto di parlare di Rappresentanza, Rappresentatività e Rappresentazione perché definiscono il lavoro di Terziario Donna, il gruppo che riunisce un vasto numero di imprenditrici del commercio, del turismo, dei servizi, delle professioni e della cultura in Confcommercio. Le imprenditrici che rappresentiamo sono titolari, ma anche socie e protagoniste di imprese non necessariamente femminili: per questo la nostra rappresentanza è il mandato di dare voce a una comunità ampia, che contribuisce alla crescita dell’intera collettività”.

“I dati dimostrano che più imprenditoria femminile significa più sviluppo. Tra i temi centrali c’è l’imprenditoria femminile straniera, in forte crescita: per rappresentarla davvero servono conoscenza dei dati e ascolto delle testimonianze, valorizzando chi opera secondo il principio “stesso mercato, stesse regole”. “Questo è il compito di Confcommercio: generare opportunità per territori, comunità ed economia. Terziario Donna può farlo perché ha la rappresentatività, ossia la capacità legittima e autorevole di esprimere interessi reali. Il terziario è la casa della maggior parte delle imprese femminili italiane, incluse quelle straniere. La nostra rappresentatività è rafforzata anche dalla contrattazione collettiva nazionale, che tutela milioni di lavoratori e soprattutto lavoratrici, con strumenti di welfare, conciliazione vita-lavoro, sanità integrativa, formazione, previdenza e norme specifiche per la genitorialità e contro la violenza di genere”. 

“Arriviamo quindi alla rappresentazione, cioè al modo in cui raccontiamo il ruolo delle donne e delle imprese. Rappresentare significa riconoscere i cambiamenti, dare visibilità ai problemi reali e non oscurare fenomeni come la violenza psicologica, economica e soprattutto il femminicidio, che resta una tragedia che possiamo combattere solo attraverso un cambiamento culturale profondo. Anche per questo Terziario Donna, nella Giornata del 25 novembre, ha ribadito che la difesa della vita delle donne richiede l’impegno di tutti. Rappresentazione significa anche valorizzare la forza e la perseveranza delle imprenditrici: le trasformazioni culturali ed economiche richiedono tempo, e ne siamo consapevoli. Oggi Terziario Donna afferma di essere pronta ad abbracciare nuove dimensioni della rappresentanza. L’abbraccio, inteso come gesto politico, significa riconoscere l’altro, costruire comunità e sviluppare quella forza collettiva che nessuno possiede da solo. Come ricorda Ornella Vanoni, ‘anche solo un abbraccio ci salverà’. In un mondo attraversato da crisi e cambiamenti rapidi, è la capacità di accoglierci, sostenerci e restare unite che può davvero fare la differenza”, ha concluso.

Lusetti: “La lotta contro i contratti pirata una scelta di democrazia e giustizia economica”

Mauro Lusetti, vicepresidente di Confcommercio con incarico alla contrattazione, ha partecipato ai lavori del forum di Terziario Donna soffermandosi sul tema del dumping contrattuale che penalizza le imprese e i lavoratori. “Confcommercio, con il contratto del terziario firmato insieme a Cgil, Cisl e Uil, sottoscrive il contratto che coinvolge il maggior numero di lavoratori del Paese. Parliamo di oltre tre milioni di persone che fanno riferimento al nostro accordo nazionale. È una responsabilità enorme, ma anche un punto di forza del nostro sistema di rappresentanza”.

Abbiamo iniziato una battaglia chiara e determinata – ha detto Lusetti – contro le organizzazioni cosiddette pirata, scarsamente rappresentative, che firmano contratti applicati a poche migliaia di imprese, ma purtroppo in crescita. È una battaglia che non riguarda soltanto le dinamiche sindacali: è una battaglia di democrazia e di giustizia economica. Questi contratti creano concorrenza sleale, perché riducono tutele e diritti, e si intrecciano con questioni cruciali come la sicurezza sul lavoro. Per noi questa lotta è diventata un elemento identitario, una delle caratteristiche che definiscono Confcommercio”. 

E tutto questo – ha aggiunto Lusetti – è strettamente connesso ai temi che affrontiamo in questo forum: la parità di genere, la tutela della maternità, la qualità del lavoro nelle imprese del terziario. Non sono argomenti separati, sono parte di un unico sistema di valori e responsabilità”. “La parità di genere non si realizza solo con le norme, ma attraverso contratti credibili, applicati e rispettati. I contratti veri, quelli che firmiamo con le parti sociali, riconoscono il valore del lavoro femminile e lo sostengono concretamente con strumenti di welfare, congedi, conciliazione e tutele specifiche”.

Il messaggio della Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Roccella

In un messaggio inviato alle partecipanti e ai partecipanti al forum, la Ministra Roccella ha sottolineato che “l’indipendenza economica delle donne, la possibilità di realizzare le proprie aspirazioni senza limitazioni e discriminazioni, la quantità e qualità della loro partecipazione al mondo del lavoro e dell’impresa, sono infatti non soltanto una questione di equità e di giustizia, ma un fattore di crescita per l’intera società. Qualora ce ne fosse bisogno, ci sarebbero dati e proiezioni in abbondanza a dimostrarlo. Ma al di là dell’apporto concreto in termini di sviluppo, è innegabile che il contributo delle donne rappresenti un valore unico in termini di talento, determinazione, creatività, e anche in termini di capacità di cura, un elemento che assume rilievo non soltanto dentro le mura domestiche. Il nostro governo fin dal primo giorno ha posto fra le priorità della propria azione quella che con un gioco di parole potremmo chiamare “la liberazione della libertà femminile”.

“E mi fa piacere affrontare questo argomento nelle ore in cui l’Istat certifica con il 62,7% il massimo storico di occupazione in Italia, un dato che coinvolge anche l’occupazione femminile che a sua volta ha raggiunto in questa legislatura il suo massimo storico, con il superamento delle dieci milioni di donne occupate e della soglia del 54%. Certamente non un punto di arrivo, ma un passo importante che indica che siamo sulla strada giusta. Ce lo dicono appunto gli indicatori economici, e credo che questo sia frutto sia delle misure che abbiamo messo in campo, in particolare per le donne e per la conciliazione, ma anche del rinnovato clima di fiducia, perché voi meglio di chiunque altro sapete che la fiducia è la prima delle riforme economiche, senza la quale le altre non avrebbero la stessa efficacia”.

“La nostra non è stata una politica di spot estemporanei ma di interventi strutturali, per mettere sempre più le donne nelle condizioni di potersi realizzare in ogni ambito senza subire penalizzazioni, ingiustizie, e senza patire quella “motherhood penalty” che spesso fa apparire la carriera e i figli come opzioni alternative; per costruire pari opportunità che per essere autentiche non possono non partire dalla considerazione, e anche dalla valorizzazione, della differenza tra donne e uomini. E vorrei dire, visto che siamo a pochi giorni da un 25 novembre particolarmente significativo per l’approvazione della legge di portata storica che introduce nel nostro ordinamento il reato autonomo di femminicidio, che l’empowerment femminile è anche uno strumento essenziale per prevenire e contrastare la violenza contro le donne. Per noi l’empowerment e la lotta alla violenza sono andati di pari passo, e anche nel G7 delle pari opportunità a presidenza italiana abbiamo voluto evidenziare questo binomio. Per realizzare la crescita e suscitare fiducia il nostro approccio è stato non quello del centralismo dirigista, ma quello della sussidiarietà, della valorizzazione dei corpi intermedi, della liberazione delle energie spontanee della società, come quelle che si respirano in organizzazioni come la vostra che quotidianamente danno voce a istanze di un tessuto prioritario per l’economia e per la società del nostro Paese.

Trovo particolarmente pertinente la vostra scelta di inquadrare l’analisi dell’evoluzione del ruolo della vostra organizzazione alla luce dei cambiamenti epocali che stiamo attraversando, a cominciare da quello demografico. L’Italia non è infatti certo l’unica nazione a vivere una pesante contrazione delle nascite, elemento che ormai accomuna tutta Europa e gran parte del mondo sviluppato. A causa della lunga disattenzione nei confronti della famiglia e della natalità, però, da noi la decrescita è cominciata molto prima. E’ evidente che la transizione demografica, a lungo tempo sottovalutata, impatta non solo sulle altre transizioni di cui tanto si parla, ma finisce con l’alterare le strutture parentali, economiche, sociali. Per invertire la rotta il governo sta mettendo in campo iniziative e investimenti poderosi, ma un nuovo aumento delle nascite non è un risultato che si può produrre nell’immediato. La diminuzione costante di donne in età fertile ha prodotto una situazione che non può essere rovesciata in poco tempo.

“Ma questo governo non guarda solo al consenso immediato: noi abbiamo una visione e un progetto per il futuro del nostro paese, ed è questa volontà che ci motiva. Il vostro incontro è dedicato alla rappresentanza, alla rappresentatività, alla rappresentazione. Si tratta di tre aspetti fondamentali, e la questione della rappresentazione è legata anche a quello che abbiamo detto sull’importanza della costruzione di un clima di fiducia nel paese. Purtroppo la tendenza alla radicalizzazione del confronto politico e ideologico, anche attraverso la rete, non favorisce sempre una narrazione rispettosa dei dati e dei fatti: si dice spesso che i numeri sono testardi, ma spesso non è facile farli emergere. Anche per questo, i tre aspetti che avete scelto di articolare il vostro incontro sono davvero fondamentali”.

Il messaggio della Vice Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci

“Il tema di questa edizione, Rappresentanza, Rappresentatività, Rappresentazione, intercetta pienamente una delle sfide più strategiche che abbiamo davanti: valorizzare in maniera piena e concreta il contributo professionale e imprenditoriale delle donne, riconoscendone il ruolo centrale nella crescita della nazione. Una scelta che, come Governo Meloni, abbiamo assunto con forza fin dall’inizio del mandato, nella convinzione che il lavoro femminile sia una leva determinante di sviluppo economico, coesione sociale e competitività”.

“I risultati di questi anni hanno visto l’occupazione femminile raggiungere livelli storici, con un tasso oltre il 54%, mai registrato prima in Italia. Segno che le politiche messe in campo stanno producendo effetti tangibili e misurabili, ma siamo consapevoli del tanto lavoro ancora da fare.
Al centro della nostra azione c’è un obiettivo chiaro: fare in modo che nessuna donna debba più scegliere tra maternità e carriera. Sostenere, infatti, l’equilibrio vita-lavoro non è solo una giusta misura di welfare, ma un investimento strategico per contrastare il calo demografico, liberare talento e generare un impatto positivo sull’intera economia nazionale. I dati lo confermano: se donne e uomini fossero presenti nel mercato del lavoro in pari misura, il PIL nazionale crescerebbe del 12%”.

Questa visione si traduce in un impegno concreto per la promozione dell’occupazione e della formazione, il potenziamento delle misure di welfare. Impegno confermato anche dalla nuova Legge di Bilancio, che rafforza e amplia misure già avviate. Penso al bonus mamme, che sale da 40 a 60 euro al mese per le lavoratrici con almeno due figli e ISEE fino a 40.000 euro; all’esonero totale dei contributi — fino a 8.000 euro annui per 24 mesi — per i datori che assumono donne con almeno tre figli minorenni e prive di impiego da almeno sei mesi. Un ulteriore esonero totale — fino a 3.000 euro annui e per massimo 24 mesi — per i datori che, nella trasformazione del contratto da full-time a part-time, danno priorità ai genitori con almeno tre figli a carico. E ancora, rafforziamo il congedo parentale, con possibilità di utilizzo estesa fino ai 14 anni del figlio, così come il prolungamento del congedo per figli con disabilità. E raddoppiamo il congedo per malattia del figlio da 5 a 10 giorni l’anno, utilizzabili fino ai 14 anni del figlio, anziché 8″.

“Accanto a queste misure di sostegno alla genitorialità — con particolare attenzione alle madri lavoratrici — continuiamo a intervenire sulla leva fiscale: i diversi tagli alle imposte introdotti in questi tre anni determinano, dal 2026, una riduzione strutturale delle tasse pari a 25 miliardi l’anno, che favorisce in modo particolare lavoratori e famiglie a reddito medio-basso”.
“Come Governo continueremo a lavorare per rafforzare un modello di sviluppo che riconosca il valore del protagonismo femminile e generi benessere sociale diffuso, maggiore partecipazione al lavoro e competitività. Per raggiungere tali obiettivi è decisivo investire in misure di welfare aziendale, come stiamo continuando a fare, e il dialogo costante con le realtà rappresentative del mondo imprenditoriale è essenziale per rendere questi strumenti sempre più efficaci”.

a cura di

Ugo Da Milano

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