CARO ENERGIA: LE IMPRESE METTONO LE BOLLETTE “IN VETRINA”

CARO ENERGIA: LE IMPRESE METTONO LE BOLLETTE “IN VETRINA”

Iniziativa di Fipe-Confcommercio per accendere i riflettori sulla drammatica situazione che stanno vivendo i pubblici esercizi con bollette di gas e luce triplicate rispetto ad un anno fa.

29 agosto 2022

Un’operazione di trasparenza a livello nazionale per mostrare ai cittadini e agli avventori di bar e ristoranti quale è la situazione in cui le imprese sono costrette a operare. È “Bollette in Vetrina“: nei prossimi giorni i gestori dei pubblici esercizi associati a Fipe-Confcommercio riceveranno una cornice da appendere nei propri locali per mettere in bella vista le ultime bollette del gas e dell’energia elettrica. Si tratta di bollette monstre, triplicate rispetto a un anno fa a causa dell’impennata dei prezzi del gas.

Una situazione che sta costringendo gli esercenti a dover scegliere tra gli aumenti dei listini, finora assai modesti, e la sospensione dell’attività in attesa di un intervento risolutivo da parte del Governo. “Questa iniziativa – spiega Aldo Cursano, vicepresidente di Fipe – ha l’obiettivo di rendere trasparente cosa sta succedendo oggi a chi gestisce un bar o un ristorante anche nel tentativo di spiegare ai clienti perché stanno pagando il caffè un po’ di più con il rischio nei prossimi mesi di ulteriori aumenti. Con aumenti dei costi dell’energia del 300% si lavora una pistola puntata alla tempia. Se il Governo non interviene o si agisce sui listini o si sospende l’attività. Contiamo sulla sensibilità dei cittadini e dei clienti perché fare lo scaricabarile dei costi è proprio quello che non vorremmo fare. Per questo Fipe ha chiesto al Governo di potenziare immediatamente il credito di imposta anche per le imprese non energivore e non gasivore. Un credito di imposta del 15% per l’energia elettrica non è assolutamente adeguato agli extra costi che le imprese stanno sostenendo ora. Occorre però fare presto, altrimenti si rischia di innescare una spirale inflazionistica destinata a gelare i consumi“.

Federalberghi: “Serve un tetto ai prezzi di gas ed energia”

“Le aziende, che con grande fatica stavano tentando di rimettersi in marcia dopo due anni devastanti, sono di nuovo in debito di ossigeno e non riescono a pagare le bollette. Sinora gli alberghi hanno resistito, ma guardiamo con preoccupazione a quel che potrà accadere nei prossimi mesi, con il prezzo dell’energia che continua a crescere e le condizioni generali del mercato a dir poco incerte, tra inflazione galoppante e avvisaglie di recessione”. Questo il grido d’allarme lanciato da Bernabò Bocca, presidente degli albergatori italiani, alla lettura dei risultati di un’indagine condotta dal centro studi diFederalberghi, che ha esaminato nel dettaglio le bollette emesse da 15 gestori, relative a un campione di oltre 2.000 camere d’albergo, di tutte le regioni italiane.

La bolletta energetica degli alberghi italiani ha raggiunto il livello record di 3,8 miliardi di euro, con un costo medio di circa 120.000 euro per ciascuna struttura (94.000 per l’energia elettrica e 26.000 per il gas), che aumenta con progressione geometrica. In media, il conto del mese di luglio 2022 è risultato più che triplicato rispetto a luglio 2021. Significa che oltre il 18% del volume d’affari del settore viene assorbito dal pagamento delle forniture di energia elettrica e di gas.

Bocca sottolinea che “per far quadrare i conti dovremmo aumentare in modo consistente i prezzi. Ma molte aziende e intere località, non disponendo di spazi di manovra, sono costrette a valutare alternative dolorose. Chi va incontro alla bassa stagione, caratterizzata dal calo dei prezzi e del tasso di occupazione delle strutture, dovrà anticipare il momento della chiusura. E anche tra le aziende che solitamente rimangono aperte tutto l’anno, c’è chi sta considerando seriamente la possibilità di chiudere durante l’inverno, prima che l’accensione dei riscaldamenti faccia saltare del tutto i conti”.

La prima urgenza, secondo Federalberghi, è la sterilizzazione degli aumenti, fissando un tetto al prezzo del gas e dell’energia elettrica e riconoscendo un credito di imposta che compensi gli aumenti record sin qui registrati. “È una misura che serve a tutte le nostre imprese – ha proseguito Bocca- e sarebbe una beffa se gli aiuti venissero riservati solo ai cosiddetti settori energivori che già in passato hanno beneficiato degli incentivi. È inoltre importante inoltre sancire il diritto alla rateizzazione delle bollette, che oggi viene accordata dai gestori in base a criteri discrezionali. Altrettanto importante è la possibilità di far accedere alla cassa integrazione i dipendenti delle aziende che sospenderanno l’attività, senza costi per i datori di lavoro e con un pacchetto di ore ad hoc”.

Bocca conclude ricordando che “alle misure necessarie per fronteggiare l’emergenza si deve affiancare la promozione del ricorso alle energie rinnovabili, eliminando i vincoli all’installazione dei sistemi fotovoltaici nei centri storici e consentendo la realizzazione di comunità energetiche anche tra soggetti che non sono alimentati dalla stessa cabina di trasformazione”.