Secondo le stime preliminari Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo aumenta dello 0,2% su base mensile e dell’1,1% su base annua. Confcommercio: “Bene i dati, ma prospettive ancora incerte”.
30 agosto 2024
Secondo le stime preliminari Istat (vedi link in pdf), ad agosto l’indice nazionale dei prezzi al consumo aumenta dello 0,2% su base mensile e dell’1,1% su base annua, da +1,3% del mese precedente. Secondo l’Istat, “il lieve rallentamento del tasso d’Inflazione riflette in primo luogo l’ampliarsi della flessione su base tendenziale dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da -6% a -8,6%) e dei Beni durevoli (da -1,2% a -1,8%), ma anche la decelerazione dei prezzi dei Servizi relativi all’abitazione (da +2,7% a +2,5%)”. Sull’andamento dell’indice generale pesa invece all’accelerazione dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +11,7% a +14%) e, in misura minore, dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,2% a +2,9%) e dei Beni alimentari lavorati (da +1,6% a +1,8%).
INDICE DEI PREZZI AL CONSUMO NIC
Gennaio 2019 – agosto 2024, variazioni percentuali congiunturali e tendenziali (base 2015=100)
Confcommercio: “Bene i dati, ma prospettive ancora incerte”
“Dai dati Istat emerge un quadro congiunturale in cui è complicato individuare con chiarezza la direzione in cui si muove la nostra economia. Elemento sintetizzato anche dall’andamento della fiducia di famiglie e imprese nel mese di agosto. Il miglioramento della fiducia delle imprese sottintende realtà articolate in cui solo alcuni operatori dei servizi di mercato (turismo e comunicazione) guardano con ottimismo ai prossimi mesi e il calo del sentiment delle famiglie riflette i timori di una ripresa autunnale complicata, con forti preoccupazioni per l’occupazione”. Questo il commento dell’Ufficio Studi Confcommercio ai dati Istat del 30 agosto.
“Attese – prosegue la nota – che al momento sembrano in contrasto con il permanere, anche a luglio, di dinamiche positive sul versante del mercato del lavoro. Nonostante le difficoltà di molti segmenti produttivi, che registrano un ridimensionamento dei fatturati in volume, si è infatti superata la soglia dei 24 milioni di persone occupate. Ma la ripresa dell’occupazione autonoma e l’aumento dell’occupazione femminile, alla base della crescita di luglio, non debbono far trascurare gli elementi di criticità. L’occupazione dipendente mostra, infatti, per il secondo mese consecutivo, un calo coinvolgendo anche la componente stabile. La crescita dell’occupazione femminile non si accompagna ad un aumento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro, con segnali preoccupanti di aumento dell’inattività”.
“In questo contesto – conclude l’Ufficio Studi – il rallentamento dell’inflazione ad agosto è in linea con quanto registrato dall’eurozona assieme alle sempre più verosimili previsioni di un allentamento della politica monetaria. Elementi che contribuiranno a migliorare le prospettive di famiglie e imprese con favorevoli riflessi sui consumi e investimenti”.
Notizie e approfondimenti sul tema sono disponibili sulla pagina del nostro focus dedicato ai dati Istat con in più le note dell’Ufficio Studi di Confcommercio.